Innanzitutto vorrei fare una piccola analisi economica,
parlando di un mercato immobiliare come quello Romano, un appartamento bilocale in zona ben collegata potrebbe avere un costo di €.200.000,00 circa; ho chiesto a Marina Pizzi professionista ultraventennale nel settore mutui del Gruppo CREDIPASS, quale possa essere la rata mensile di un mutuo a tasso fisso per tale importo in 30 anni, la risposta: “a secondo della profilazione del cliente tra €.750 ed €.850 circa”. Strano ma verosimile un bilocale in zona ben collegata a Roma potrebbe essere locato ad €.800 circa. Quindi l’appartamento si pagherebbe da solo e probabilmente un giorno avrà un valore più alto! Quale investimento migliore? Allora perché il piccolo investitore in questi ultimi anni si è accostato sempre meno al mercato immobiliare? A mio giudizio le motivazioni sono due: la prima è sicuramente la troppa pressione fiscale sugli immobili, soprattutto quelli non destinati ad abitazione principale, partendo dal 9% di Imposta di registro (della rendita catastale rivalutata del 126) per arrivare all’ormai odiata I.M.U. che da anni preoccupa il proprietario di seconde case, che si vede decurtate ingenti somme annuali da questa assurda Imposta. Molto è migliorato grazie alla “cedolare secca”, ovvero un regime facoltativo che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef. L’imposta sostitutiva si calcola applicando un’aliquota del 21% sul canone di locazione; ancor meglio per i contratti di locazione a canone concordato (3+2) relativi ad abitazioni ubicate nei comuni ad alta tensione abitativa (individuati dal Cipe) ove l'aliquota scende al 15% (Dl 102/2013) ed è stata ridotta al 10% per il quadriennio 2014-2017. In più per i contratti a canone concordato sotto cedolare secca L’I.M.U. è ridotta del 25% e non andranno pagate l’imposta di registro e l’imposta di bollo, per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione. La scelta per la cedolare secca implica la rinuncia da parte del locatore alla facoltà di chiedere la variazione ISTAT, circostanza poco rilevante rispetto il risparmio economico. La seconda motivazione non meno importante della prima, è la difficoltà di liberare l’immobile da inquilini morosi. Fronte ad un inquilino moroso i proprietari, oltre a non percepire reddito e continuare a pagare comunque l’I.M.U., si vedono costretti ad affrontare ingenti spese legali e giudiziarie per lo sfratto che, spesso, dura anni. In Inghilterra se sei moroso in 30 giorni sei fuori casa (testimonianza di un cliente Inglese), in America se non paghi l’affitto oltre ad essere cacciato via in malo modo dalle autorità in tempi brevissimi (testimonianza dell’amico Mario De Caprio Agente Immobiliare in Florida), vieni schedato come cattivo pagatore e difficilmente riuscirai ad ottenere un altro immobile in locazione. La lungaggine burocratica per liberare l’immobile dall’inquilino moroso è un danno non solo per i proprietari ma anche e soprattutto per i conduttori stessi che spesso anche se ottimi pagatori (in realtà la maggior parte lo è) si vedono negare la possibilità di condurre un immobile in locazione da proprietari spaventati. In 21 anni di professione ho visto inquilini passare momenti di crisi economica, la maggior parte di loro hanno rinunciato al pane mal’affitto l’hanno sempre pagato! Ci sono molte forme di investimento immobiliare e oggi è possibile trovare molte forme di garanzia sul puntuale pagamento dei canoni oltre a potenziali conduttori che possono e vogliono pagare. Detto da un Agente Immobiliare può sembrare uno spot ma il mattone è e rimarrà sempre l’investimento migliore. Per consigli utili sugli investimenti immobiliari contattatemi. William Tessitore
2 Commenti
adriano
2/14/2016 04:08:44 am
e le tasse sull'affitto non le hai calcolate ? e le tasse sull'immobile ?
Risposta
2/14/2016 11:36:13 am
innanzitutto Adriano La ringrazio per aver partecipato al blog,
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